Era una splendida giornata dell’anno 7121; era appena iniziato il regno del re longobardo Liutprando.
Io, povero servo-contadino2, mi preparavo per andare al lavoro; così presi tutti i miei attrezzi e mi incamminai verso il campo. Pensavo tra me e me: “Oggi dovrò lavorare duro, devo seminare tutta la terra prima di sera assolutamente!”. Arrivato, incominciai a lavorare. Avendo preparato quasi la metà del campo, guardai il sole e capii che era mezzogiorno; decisi di andare a casa per mangiare qualcosa. Mi incamminai, fischiettando e cantando.
Vidi un cavaliere3 che, dall’espressione del volto, sembrava molto arrabbiato. Io camminavo per i fatti miei, quando quel cavaliere scagliò contro di me la sua lancia, trapassandomi da parte a parte la gamba. Pieno di dolore e di stupore, gli chiesi perché l’avesse fatto e il cavaliere, quasi incredulo per quanto successo, rispose che non l’aveva fatto di proposito, ma poi scappo via. Allora io gridai a squarciagola:”Ehi, dove vai? Aiutami, brutto vigliacco, non te ne andare! Ti prego, aiutami!”. Ma il cavaliere scappò via senza esitazione. Io rimasi lì steso per terra, senza nessuno che mi aiutasse; speravo che qualcuno della famiglia mi venisse a cercare, ma non fu così. Intanto il cavaliere Baronto, così si chiamava, andò da un amico, Carlo, che gli disse:”Salve Baronto, cosa fai qua?”
“In verità sono venuto da te per confidarmi con un vero amico”.
“Cosa devi dirmi?”
“Ecco vedi, ieri ho perso tutti i soldi in una ridicola scommessa fra me e un altro cavaliere!”
“È tutto qua?”
“No, dalla rabbia che avevo stamattina sono andato a fare un giro nei campi e così, per sfogarmi, ho scagliato la mia lancia, colpendo un contadino alla gamba”
“E poi cos’hai fatto? Lo avrai aiutato, spero!”
“No! Sono scappato via”
“Ma perché?!” chiese Carlo con la voce un po’ agitata,
“Eh, lo sai benissimo il perché: io ho perso tutti i soldi in quella ridicola scommessa; se non pagassi il guidrigildo4 per la ferita del servo, mi metterebbero in prigione, così rovinerei la mia reputazione di buon cavaliere!” disse Baronto. “Si, ma per te vale più la tua reputazione o la vita di un uomo?” chiese Carlo piuttosto alterato.
Intanto io ero ancora steso per terra, quasi mezzo morto, quando udii delle voci e gridai più forte che potevo:”Sono qua, aiutatemi, vi prego!!”. I soccorritori mi chiesero chi era stato a colpirmi e il perché io risposi a fatica:”È stato un cavaliere molto adirato che mi ha scagliato contro la sua lancia!”
“Si, ma perché?”
“Non lo so”
“Ma si può spere chi è stato?”
“Se lo rivedessi lo riconoscerei sicuramente”.
Quando, dopo diverso tempo, non ancora pienamente ristabilito, assistei ad una sfilata di cavalieri, riconobbi con sicurezza il mio aggressore. Mi recai dal duca per il quale lavoravo a chiedere giustizia. Questi riuscì ad accertare la verità e stabilì per il cavaliere, con amara sorpresa da parte mia, la pena prevista dall’Editto di Rotari: una multa di due soldi5, tanto poco vale la salute di un servo-contadino.


Note Storiche:

  1. Liutprando, re dei Longobardi dal 712 al 744, è ricordato soprattutto per l’assedio di doverse città della penisola, quali Spoleto, Ravenna, Ancona, Rimini e per le donazioni del territorio di Sutri al papa Gregorio II nel 728, atto che segnò ufficialmente la nascita dello Stato Pontificio.
  2. All’epoca dei Longobardi i servi contadini erano spesso romani assoggettati e asserviti, valutati esseri inferiori rispetto agli uomini liberi.
  3. A. Il termine “Cavaliere” riferito ai Longobardi indica gli Arimanni, gli uomini liberi, che combattevano e partecipavano alle assemblee.
    B. Il termine “Cavaliere” in epoca medioevale indica spesso i figli cadetti dei feudatari inizialmente violenti … poi al servizio dei deboli in nome dei principi della Chiesa.
  4. Guidrigildo: da “widregild”=”denaro in cambio”. E`una indennità in denaro prevista dall’editto di Rotari per un’offesa, una violenza arrecata agli altri. In conseguenza di ciò, tutto e tutti hanno un prezzo stabilito.
  5. L’articolo CX dell’Editto di Rotari dell’anno 643 dice: “Se qualcuno avrà trapassato da parte a parte il braccio o la gamba di un servo altrui paghi due soldi”. Con Liutprando il diritto Longobardo cambierà in molte norme; non si farà più distinzione tra Longobardi e Romani.