Mi chiamo Ilario, sono di origine franca e sono nato nella città di Poitiers1. Poco dopo aver preso gli ordini religiosi mi sono trasferito nel monastero dei Montecassino2. L’ordine dei benedettini, al quale appartengo, prescrive tra l’altro “ora et labora” cioè prega e lavora.
Per questo motivo alcuni monaci coltivano le terre intorno all’abbazia, altri eseguono lavori in muratura o di falegnameria, altri sono addetti alla biblioteca, altri infine, come me, hanno il compito di ricopiare accuratamente le opere letterarie degli autori classici e antichi, soprattutto latini e greci. Di queste opere esistono spesso uno o pochissimi esemplari: per questo io le ricopio con tanta cura e quasi con amore, per impedire che questi testi vadano perduti per sempre; inoltre con la mia fatica e la pazienza che è necessaria in questo lavoro spero di acquistare molti meriti per la vita futura, in modo da abbreviare la mia permanenza in purgatorio.
Oggi è una bellissima giornata d’estate: il 7 luglio del 799.
Fa molto caldo qui nella sala di copiatura e i sudore è abbondante sulla fronte di tutti poveri amanuensi.
Però è inutile lamentarsi, perché verranno tanti altri inverni freddi e ventosi che ci faranno gelare nello scriptorium3 e anche nelle nostre celle. Quanto mi piacerebbe poter gustare un buon bicchiere del nostro vino genuino, invece che continuare a copiare la “Metafisica” di Aristotele4, che non finisce mai e contiene tante parole difficili da scrivere e incomprensibili per un povero frate come me, che non ha studiato molto. Pazienza, tra poco sarà l’ora di andare tutti insieme a mensa, così finalmente potrò rifocillarmi e riposare un po’.
Ieri era domenica, giorno in cui tutti noi monaci ci dedichiamo particolarmente alla preghiera e ai servizi religiosi: abbiamo cantato tutti insieme nel coro durante la Santa Messa, celebrata dall’abate Teodolfo da Bagnoregio5: abbiamo pregato per la salvezza di Paolo Diacono6 il grande maestro di grammatica della corte di re Carlo Magno7, ospite quest’anno presso il nostro monastero.
Una sua opera “Historia Longobardorum” è già famosa e sicuramente verrà letta tra molti anni, anche se i duchi8 e il re longobardo sono ormai stati vinti dai Franchi che hanno esteso il loro dominio alle terre italiane.
La vita degli amanuensi non è in continuo pericolo come quella dei cavalieri e dei soldati, ma è dura e difficile; io e i miei confratelli la sopportiamo con pazienza e umiltà nella convinzione che tutto ciò che si fa in questa vita sarà utile per il nostro futuro destino. Adesso vado alla mensa: sono proprio stanco di ricopiare questa difficile opera!


Note Storiche:

  1. Poitiers è una città della Francia, mercato agricolo e centro industriale. Di antica origine, capoluogo del Poitou, libero comune del secolo XII.
  2. Montecassino è una frazione di Cassino (Frosinone). Vi sorge una celebre abbazia fondata da S. Benedetto da Norcia nel 529; egli diede la sua regola, che imponeva i monaci la preghiera, lo studio e il lavoro. L’abbazia, più volte distrutta e riedificata, dopo i bombardamenti del 1944, ha riassunto l’aspetto sei-settecentesco. Importante centro artistico e religioso, conserva una ricchissima biblioteca con incunaboli e codici miniati.
  3. Piano su cui poggiava il foglio per scrivere; in seguito, estensivamente, significò il locale in cui soggiornavano gli amanuensi durante il loro lavoro.
  4. Aristotele fu un filosofo greco. Discepolo di Platone, fondò ad Atene una scuola che fu chiamata Liceo. Le sue opere possono essere così riunite: scritti di logica; la Metafisica; scritti di fisica; scritti di etica; scritti sugli animali; la Politica; la Retorica; la Poetica.
  5. Bagnoregio è una località in provincia di Viterbo che conserva intatto l’aspetto medievale.
  6. Paolo Varnefriedo, detto Paolo Diacono, fu uno storico longobardo maestro di grammatica alla corte di Carlo Magno. Scrisse la “Historia longobardorum”, che va dalle origini fino al re Liutprando.
  7. Carlo Magno si circondò degli uomini più colti di allora. Presso la sua corte di Aquisgrana vissero Alcuino, Paolo Diacono ed Eginardo. Questi ed altri costituirono una Scuola che fu detta Palatina, perché aveva sede presso il palazzo del re. Per incoraggiamento dell’imperatore fu intensificato il lavoro di trascrizione delle opere degli antichi autori e furono conservati con cura preziosi manoscritti. Una nuova scrittura, detta carolina, sostituì l’antica scrittura merovingia. Si costruirono nuove chiese, cattedrali, monasteri e scuole.
  8. In Italia il regno longobardo era diviso in ducati; i Duchi, dapprima di nomina regia, ereditarono in seguito il titolo.